Autoconservazione

“Quante volte te lo devo dire,
se ti metti così vicino alla televisione ti fa male al pisello”
(The Goonies)

Explodingdog.com

Inizierò dicendo che mi piacciono tante cose, tra cui: il caffè e i souvenir di cattivo gusto. È anche opportuno sottolineare che le cose che mi piacciono si comportano solitamente lungo un continuum che va dal polo “tendermi perfidi tranelli, sfruttando il proprio appeal” al polo opposto “salvarmi la vita o perlomeno il lato sociale di essa”.

Qualche giorno fa, se non fosse stato per una cartolina kitsch che stavo scrivendo, con la ferma intenzione di spedirla da una città diversa da quella che rappresenta, e che mi ha tenuta lontana per pochi minuti dal mio hobby mattutino (preparare la moka, metterla sul fuoco con il coperchio alzato e fissarla dall’alto, sino al momento catartico in cui il caffè sgorga da quel componente lungo che sembra un comignolo e del quale ho sempre ignorato il nome), probabilmente, mi sarei trasformata in Sloth dei Goonies e avrei passato il resto della mia vita a ricordare l’esplosione della moka, mangiando snack di bassa qualità in qualche buia mansarda.

Invece, ho ancora la faccia perfettamente (ok, quasi) simmetrica, mia madre mi permette di vivere negli spazi comuni della casa e, ad ogni tazza di caffè, ricordo di essere ormai moralmente obbligata a prediligere le cose che mi piacciono e che tendono al polo “salvarmi la vita…”. Sto dunque rispolverando tutti gli oggetti più insulsi raccattati durante i viaggi, spolverandoli e mettendoli in mostra, e mi sto lentamente abbandonando ad una disperata astinenza da caffeina.
Di notte, non ho mai dormito meglio.

18 thoughts on “Autoconservazione

  1. ilbuendia ha detto:

    Mi viene da dire che anche io preparo il caffè col coperchio della moka aperto per il gusto di vederlo sprizzare fuori e colare fluido verso il basso.
    E non me ne frega niente se Doktor Freud mi dice
    che è tutta na roba sessuale
    e che dovrei farmi un’esame di identità e preferenze in un certo campo.
    Figuriamoci, mica posso star sempre ad ascoltarlo.

    E poi il souvenir può essere un’arte
    Che io da Londra ho riportato un barattolo di Spaghetti Bolognese Heinze

  2. kovalski ha detto:

    ecco, io farei il contrario. baratterei tutti i souvenir kitsch, in cambio di ettolitri di caffeina.

    però io son della new-school macchina-a-pressione, da sempre contrapposta alla old-school moka-ccesca….. 🙂

  3. FrancesGlass ha detto:

    buendia, sì sono sicura che il caro Sigismondo parlerebbe di angoscia di castrazione, di individia del pene e di fissazioni alla fase genitale. Ma bisogna volergli bene come a quegli amici che sono pesanti, ma anche fondamentalmente buoni…quindi, dargli ascolto, ma non la possibilità di distruggere taluni nostri perversi piaceri 🙂 I souvenir, che dire, se non vengono scelti in maniera creativa, ma ci si affida solo al buon gusto, allora tanto vale non comprarli!

    kovalski, io sono una della old-school, come si era capito. Ma sento che, da quando la paura dell’esplosione mi ha privata del piacere di vedere uscire il caffè, sì, sento che qualcosa sta cambiando.

    • PuroNanoVergine ha detto:

      Il caffè non mi è mai esploso: la carne trita sì (messa a bollire per fare il ragù, ha emesso un inaspettato “PUM” seguito da un “BLUOB” che mi ha imbrattato il piano cottura)
      Non era mai accaduto prima (il fuoco era moderato e la tenevo sotto controllo).

  4. kovalski ha detto:

    lasciati condurre a scoprire questo fantastico nuovo mondo di profumi e aromi… credimi, è come passare dalla tv in bianco&nero alla tv a colori, dal mono allo stereo. poi, vedi tu, eh….

  5. kovalski ha detto:

    …..quanto zucchero? 🙂

  6. kovalski ha detto:

    ti piace amaro, eh….

  7. ninA ha detto:

    non bevo caffè darling.
    Cioè, ora non lo bevo più. Un tempo si..
    ma un tempo mangiavo e bevevo di tutto di più. Ora ho tolto quel tutto di più. Ma infatti forse ricomincerò.

    saluti FrancesG

  8. rideafa. ha detto:

    oh Fra’ncesG, mi sono spataccata tipo emorragia interna per le risate, perchè io ad esempio il caffé non me lo fò mai a casa perchè, diciamocelo, il caffè che bolle tipo dieci minuti, vabèh che non esplode colla moka e tuttoilresto, però fa cagare lo stesso.

    i sùvenìr sono poeticamente tristi, e non si sa per quale legge fisica: a) catturano più polvere di qualsiasi altro oggetto; b) o porco diaz (cit. degli Amore) mai che si rompano.

    buàh.

    approfitto per dire che Godano ha una presenza scènica che mammamia.

  9. FrancesGlass ha detto:

    kovalski, il caffè amaro è una tortura che non riesco a sopportare, purtroppo. Mi immagino nel finale di 1984 con O’Brien che cerca di farmelo bere con un imbuto e io continuo ad urlare di darlo a qualcun altro.

    ninA, anch’io, a volte, ho spinte salutiste. Ma, perfortunaopurtroppo, scompaiono sempre col primo sole del mattino. E quindi, caffè e altre schifezze à go-go.

    rideafa, ti rispondo per punti, cara:
    1. non per tirarmela eh, ma il caffè del bar al caffè di casa mia gli fa una…insomma, lo dico da signora: il caffè di casa mia è buonissimo e, nonostante abbia un bar a portata di piede, preferisco sempre il mio. Sempre, tranne ora, ché sono ancora nella fase di stress post-traumatico;
    2. I souvenir dei quali parlo io non sono quelli poeticamente tristi, no, sono proprio le cose più brutte che si possano trovare, possono quasi essere considerati reperti di antropologia culturale (tipo: cibo per cani comprato a Dublino, il cane fotografato era perversamente obeso, come nessuno vorrebbe il proprio cane);
    3. Godano mi ha sempre fatto pensare ad Holger Meins della RAF (soprattutto nella foto in cui è ritratto da morto al funerale. Meins, intendo) e chi mi conosce bene sa che questo potrebbe essere considerato un gran complimento.

  10. ninA ha detto:

    ma no io mica che sono salutista tipo che sono di uno stressato mai visto e il colon ha deciso che tipo sei milioni di cose mi fanno male e 5 no. Capisci che quelle 5 me le tengo care. Salutando tristemente le altre 6milioni, e tentando a volte di fare quella che “poveri voi che magnate de merda io sai come campo meglio….” si, col cazzo. Ma infatti sabato ho comprato la nutella, ho chiesto scusa al colon, perdono al fegao, e me la so mangiata quasi tutta con un gusto ma un gusto che rare cose mi ricordo mi abbiano donato tanto. Sesso incluso. (poveri maschi)

    ho detto tropo parolacce però. Scusa, Fg. Ogni tanto mi parte così.

  11. ninA ha detto:

    hai ragione..bisogna mantenere vivo il desiderio…
    quanta saggezza!!
    🙂

  12. viola ha detto:

    Il mio letto era uno di quelli che si richiudeva e diventava un complemento d’arredo abbastanza inutile, ma che recuperava un sacco di spazio. Ero ancora seduta li quando ho sentito un’esplosione dalla cucina ed il successivo urlo di paura di mia madre…avevo sette anni. Quando sono arrivata in cucina la scena era abbastanza apocalittica e ci ho messo parecchio a capire cosa fosse successo…subito ho pensato al terremoto. Appena sopra i fornelli avevamo una mensola piuttosto grande con sopra diverse cose…spezie, teiere foto, calendario…il muro era pieno di schizzi marroni, la mensola distrutta e tutto ciò che si trovava li sopra era disseminato un po’ per tutta la stanza, mia madre era sotto shock mentre mio padre la cercava senza riuscire a trovarla…inutile dire di cosa stia parlando…no?
    Quel giorno non andai a scuola.

    • FrancesGlass ha detto:

      Viola, il tuo commento mi ha fatto pensare a Carver. Quell’attenzione per i dettagli, quella tensione dissimulata. Ne parleremo (un giorno, speriamo in questo stesso anno!!) di persona.

  13. viola ha detto:

    Io sono a Siena, perchè non fai (fate) un salto?

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