Accanto all’albero sotto il quale ti ho vista ridere per la prima volta.
Sotto le foglie che continuano a sfregarsi voluttuosamente, mosse dal vento che soffia discretamente come nel giorno in cui ti ho scostato i capelli dal viso per la prima volta.
Leggevi, quel giorno. E cantavi quella canzone. Ah, quella canzone. Mi sembra ancora di sentire la tua voce agrodolce che la intona tra i denti, quasi rabbiosamente.
Ora, grilli e cicale Ecco cosa mi carezza i timpani. I grilli e le cicale che, frinendo, manterranno il mio segreto fino a quando non arriverà qualcuno, trafelato, con la presunzione di salvarmi.
Ma non ci sarebbe un modo di salvarmi ora, ora che quella canzone l’ho ascoltata e riascoltata fino al collasso cerebrale. Avrebbero dovuto vedere il modo in cui abbassavi lo sguardo e ripiegavi la testa di lato, avrebbero dovuto sentire come ridevi e come cantavi, avrebbero dovuto anche sfiorare le tue guance ustionate dal sole per capire che non ci sarebbe stato più stato un modo per salvarmi.
Ripiego la testa di lato, mentre i grilli e le cicale e i ricordi di te sobbalzano per la paura, e qualcuno dice che mi hanno trovato sorridente.
ma non dovevi scappare te?
😛
meno male che hai cambiato idea, a me questo profumo agrodolce piace sempre..
tsk
piccola e spigolosa
tsk
(^^ ma duai ^^)
Lei, Doriano, diventa sempre più irriverente.
Se seguiterà a disturbarmi, La farò contattare dai miei legali.
e ora tutti in coro:
PRRRRRRRRRRR
^^
che canzone era?:P
boh